“Buongiorno amore, grazie per ieri sera, è stato super!” bisbigliai al suo orecchio appena sveglia

 

“Buongiorno a te… Schiava Ipnotizzata."

“Come… io… Sì padrone.”

Mi aveva colto un po’ di sorpresa, anche se me lo aspettavo prima o poi, e prima di addormentarmi mi ero anche un po’ preparata mentalmente, ma ancora di più, mi stupì vederlo togliere le coperte e mostrare il suo pene già duro.

Al mattino gli succede spesso, ma credo che per gli uomini averlo duro non significhi per forza avere voglia e, il mattino dopo, non era mai successo che avesse di nuovo voglia. O forse ero io a non averne e lui non aveva mai avuto il coraggio di chiedere.

“Ipnosi profonda, Schiava Ipnotizzata… ogni volta più profonda…”

“Ipnosi profonda…” mormorai fissando nel vuoto curiosa di sapere cosa si sarebbe inventato questa volta il mio padrone.

Fu molto veloce, una sveltina da dietro sdraiata su un fianco. Tempo totale trentacinque secondi e solo tre sculacciate. Lo sapevo di preciso perché mentre mi pompava il suo cazzo dentro io stavo fissando l’orologio sul mio comodino.

Quando uscì fuori mi aspettavo che sarei andata a preparare la colazione come una brava mogliettina di Stepford, come niente fosse successo, ma di nuovo una sorpresa!

Prima che la sua sborra iniziasse a colarmi tra le gambe, si tuffò a leccarmi. D’istinto mi venne di fermarlo, lo trovavo così imbarazzante. Poi pensai a quanti pompini e quanti ingoi avevo fatto. Sembra chissà che, ma è un cucchiaio di sgradevole medicina come tante, e poi che bello farsela leccare quando è ancora bagnata e formicolante. Al contrario della sveltina, si prese tutto il tempo percorrendo tutto il mio sesso fino a raggiungere il clitoride.

Paolo era un timido, ma fin dai primi rapporti, farmela leccare era sempre stato un piacere. Ci sa fare, ci mette impegno e gli piace torturarmi per farlo durare il più possibile.

“Guardami negli occhi, Schiava Ipnotizzata… fissami negli occhi e sprofonda. Sprofonda e ascoltami.” Mi aveva detto riemergendo dalle mie gambe tremolanti.

Cazzo, altri due orgasmi. Ti amo mondo!

Mi sentivo molle. Molle come quando un secondo orgasmo inaspettato ti travolge.

Chi cazzo sei tu e cosa hai fatto a mio marito Paolo? Per quanto tempo hai intenzione di restare dentro di lui? Perché posso prepararti la camera degli ospiti e servirti come tua schiava ipnotizzata per tutto il tempo che desideri, mio padrone.

“Credo che faremo tardi stamattina.” Sorrise riportandomi alla realtà.

“Non voglio andare al lavoro… voglio stare a casa a fare i biscotti…” borbottai con gli occhi pieni di sonno, le farfalle nello stomaco e la micia così ipersensibile che l’idea di muovermi mi faceva rabbrividire. “Ti amo…” stavo per aggiungere “padrone”. Sorrisi e guardai il suo culetto perfetto uscire dalla stanza per andare in bagno. “Se non i biscotti, possiamo stare a casa e io ti riempio di morsi e baci quel sedere da urlo che hai?” Urlai con un sorriso scemo in faccia. Mi abbracciai al cuscino riempiendomi i polmoni del suo odore ed aspettando ad occhi chiusi, assaporando il momento.

“Siamo in ritardo!” mi urlò in un orecchio e nello stesso tempo arrivò la mia ricompensa preferita. Morsi il cuscino mentre il bruciore si allargava sulla mia natica, cercando di resistere il più possibile prima di massaggiarla.

A volte in ufficio, facendo pipì, guardo se il rossore delle sue cinque dita è ancora lì a marchiarmi. Ancora oggi la cosa mi spaventa un po’ e mi fa pensare di essere masochista e non so quanto in fondo potrei cadere. Forse per questo ho sempre cercato uomini “controllabili” cercando di essere io a dirigere il gioco.

“Come è finito poi il film di ieri sera?” domandai spreparando la tavola dopo cena.

“Oh… una scemenza. Mando questa email e vengo ad aiutarti." rispose Paolo dallo studio.

“Sì ma come è finito? Il dottore mi sembrava interessato alla donna. Ha usato l’ipnosi per farla innamorare di lui e per portarsela a letto?” insistetti.

“Non ricordo… mi sono addormentato ad un certo punto.” Mentì dissimulando malamente l’imbarazzo.

“Mi sembravi molto interessato, anche di più interessato che fare sesso e…”

“Ora ricordo” disse raggiungendomi “Il dottore ha reso la donna la sua… schiava ipnotizzata… la sua schiava ipnotizzata. Rilassati, schiava ipnotizzata…" Ripeté più volte assicurandosi che le parole sortissero l'effetto desiderato.

Perché mi ha ipnotizzata? Cercavo di parlare del suo argomento preferito e lui mi ha bloccata? Non ti capisco, proprio non ti capisco Paolo. Forse l'argomento è talmente importante per te che non mi consideri all'altezza o pronta per affrontarlo. Forse la tua timidezza è così forte che semplicemente non vuoi affrontare il mio possibile giudizio. Mi hai ipnotizzata perché in questo modo mi puoi rendere solo una spettatrice passiva della tua fantasia. Forse è proprio il mio essere disinibita che ti blocca e dovrei essere più remissiva, più aperta ad ascoltarti, senza poterti giudicare. Sottomessa.

La mia prospettiva cambiò dal quel momento. Non era una punizione, voleva solo che ascoltassi passivamente. Certo era un po’ dittatoriale e antidemocratico, ma quante volte io avevo imposto la mia versione di stare assieme.

3.girl kneeling in front of man and tv

“Schiava ipnotizzata…” ripeteva massaggiandomi le tempie e fissandomi negli occhi. Credo che in quel momento mi sono sentita di amarlo come mai prima.

"Perché mi hai chiesto del film, schiava?” Mi domandò pensando che ero sufficientemente in suo potere “Solo la verità, non hai motivo di avere segreti” - aggiunse

Senti chi parla, Mr. segreto dell’ipnosi, dei piedi, del leccare la sua sborra, e chissà cos’altro.

“Perché mi è sembrato che ti piacesse… ti eccitasse, padrone” risposi. Forse questo giochino della verità poteva venire a mio favore. Lui si sentiva al sicuro, libero di dire o fare ciò che voleva pensandomi ipnotizzata e potendo cancellare la mia memoria. Io potevo dire quello che pensavo, o volevo che lui sapesse. Insomma stavamo comunicando apertamente. Mi eccitava questa cosa. Lo sentivo più vicino. Più dentro di me che non scopandomi.

“Piaceva anche a te, schiava, ammettilo.”

“Sì, padrone”

“Ti è piaciuto lasciarti ipnotizzare dal terapista mentre si scopava la sua segretaria, vero?”

Che cazzo stai dicendo adesso?

“Sì padrone…” temporeggiai

“Questa sera guarderemo il film di nuovo, perché tu vuoi assolutamente sapere come è finito, ed ogni volta che il dottore ipnotizzerà qualcuno, tu ascolterai la sua voce lasciandoti scivolare. Non potrai resistere, sarà più forte di te e più cercherai di resistere, e più ti lascerai andare, profondamente rapita ed ipnotizzata.” concluse con un sorrisetto come pregustandosi la scena.

Un momento. Rewind. Mi stai dicendo che ieri sera non mi sono semplicemente addormentata, ma che il Dr. Faccia un bel Respiro e si Rilassi, mi ha ipnotizzata?

“Ogni volta sprofonderai più giù. Incapace di resistere, Dillo, schiava”

“Incapace di… resistere…” ammisi un po’ spaventata da come mi sentivo attratta dai suoi occhi.

Sicuramente mi sono semplicemente addormentata e la sua immaginazione ha dato sfogo alla sua fantasia preferita, dandogli il coraggio di… di fare quello che ha fatto, e cazzo quanto vorrei lo facesse di nuovo!

“Comunque anche a me interessa come è finito il film. Il noleggio scade domani, quindi possiamo rivederlo stasera. Che ne pensi?” Mi domandò dopo avermi guidato fuori dalla trance ipnotica.

Al lavoro ero deconcentrata e inefficiente. Cioè, non riuscivo a pensare ad altro che a come avrei ubbidito al suo ordine molto bizzarro. Ipnotizzata da un film.

Odio queste scarpe! Ci vuole un’altro caffè!

 

 

Storia di Alice
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