Alice si lasciò accompagnare sottobraccio dal signor Giulio, o meglio, da Mister Magic il grande mago illusionista e mentalista.
Alice pensò quanto tempo avesse dedicato per preparare questo piccolo show solo per un caffè. Forse questa cosa di travestirsi era una cosa che faceva spesso. Di certo doveva essere molto scenico su un palco durante gli spettacoli.
Alice stava per dire qualcosa, ma non ne ebbe il tempo, perché, proprio in quel momento, con un gesto plateale e studiatissimo, l'uomo le sfiló praticamente da un orecchio una rosa rossa. Una rosa vera e profumata.
Lo show era iniziato. Rosa in mano, seduta in prima fila, Alice guardò ammaliata una successione di trucchi veramente strabilianti.
Alice applaudi felice come una bambina, forse qualche titubanza o imperfezione l’aveva notata, però le sembrò importante premiare l’entusiasmo e la spontaneità.
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Ed ora, per il gran finale, mi servirebbe un volontario tra il pubblico.- annunciò guardando oltre le spalle di Alice, come scrutando la vastità della platea.
Prestandosi al gioco, Alice iniziò a sventolare il braccio alzato, proprio come volesse farsi notare dal grande Mister Magic, Fino a che non fu chiamata al suo fianco.
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Bella signorina, lei sta per vivere una esperienza magica. Userò l’ipnosi per alterare la sua percezione e farle vivere qualcosa che fino ad ora ha solamente sognato - Le spiegò muovendo le mani davanti a lei in modo teatrale.
Alice pensò che la stesse già ipnotizzando per come i suoi occhi seguivano istintivamente i movimenti sinuosi.
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Quale esperienza le piacerebbe vivere, signorina?- domandò senza smettere di gesticolare.
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Vorrei… vorrei sentirmi bloccata come un manichino.- Confessò stupendosi della sua stessa voce e della semplicità con cui l’aveva confessato.
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L’ipnosi permette di controllare la mente, e la mente controlla il corpo, ora si rilassi e lasci che il suo sogno diventi realtà - sussurrò quasi non volesse svegliarla dal leggero stato di trance che le aveva già indotta.
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Chiuda gli occhi per una attimo ora - suggerì passando la mani dall’alto al basso davanti al suo viso - Riapra gli occhi Alice!- comandò dopo qualche secondo.
L’orologio era li, davanti a lei ed i suoi occhi incollati sopra. Il suo sogno stava per diventare realtà, il sogno di quando era né donna né bambina, il sogno che le aveva dato tanti momenti di piacere, il primo orgasmo, una conoscenza nuova del suo corpo che cambiava giorno per giorno, quella fastidiosa ipersensibilità al suo seno. I capezzoli che sfuggivano al suo controllo inturgidendosi quasi a farle male nei momenti più insensati ed imbarazzanti, quella peluria tra le cosce e…
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E cinque.- <SNAP>
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Mi scusi, ma stasera non riesco proprio a rilassarmi, mi dispiace ma…- Borbottò delusa, forse più per la possibilità di aver rovinato il bellissimo spettacolo del signor Giulio.
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Immobilus personae!- Pronunciò d’un tratto zittendola.
Alice riuscì a malapena a deglutire poi fu assalita da quella terrificante sensazione di non potersi muovere. Bloccata. Congelata in quell’istante esatto che aveva sentito il comando, con la bocca semiaperta e le mani a mezz'aria nell’atto di gesticolare le sue scuse.
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Immobilus personae! - ripeté nuovamente
Dopo qualche secondo, le prese i polsi e la posizionò con le braccia ai fianchi, raddrizzandole la testa, chiudendole la mascella, premendo sul petto ed i reni per raddrizzarla in una postura perfettamente eretta.
Alice sentì le sue mani manovrare il suo corpo con estrema semplicità. Così come per lei era impossibile muovere un singolo muscolo, al contrario, per il signor Giulio, il suo corpo sembrava modellabile senza nessuno sforzo. Il controllo che il signor Giulio aveva in quel momento la fece sentire totalmente al sicuro nelle sue mani. Il terrore per l’immobilità ora veniva soppiantato con la sensazione di piacere che le mani del signor Giulio le stavano dando posizionandola a suo piacere. Un piacere erotico profondo. Vergognandosi terribilmente, si ritrovò a desiderare che iniziasse a toccarla più sensualmente.
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Rigidum glacialis! - Ordinò nuovamente ripetendolo più volte ed, ad ogni comando picchiettava con l’indice alcune parti del suo corpo. La base del collo, le spalle, le clavicole, la pancia, ancora sui reni, sulle natiche, sulle cosce.
Infine iniziò a premere il palmo della mano sulla fronte sbilanciandola all’indietro fino a portarla lentamente fuori dal baricentro.
In quel momento Alice sentì di essere rigida come un pezzo di ghiaccio e totalmente impotente, persino di fronte al pericolo di cadere. Una bambola vivente. Una mummia intrappolata dalla sua stessa mente, ma dentro, nel profondo, tutto era vivo. Eccome se era vivo, Il suo cuore batteva all’impazzata ma era troppo sopraffatta per decidere se per la paura o per l’estremo piacere che stava provando.
Solo all’ultimo momento, quando oramai era convinta che si sarebbe schiantata al suolo frantumandosi come cristallo in mille schegge scintillanti, il signor Giulio la sorresse reggendole la nuca.
Gli occhi immobili di Alice fissavano il lampadario in quella posizione obliqua ed irreale.
Che faccia stava facendo il signor Giulio? Era soddisfatto della sua magia? Forse stava notando i suoi capezzoli rigonfiare la camicetta?
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Chiuda gli occhi, Alice.- gli ordinò riportandola in equilibrio - e cinque… completamente libera.- sentenziò dopo quel che per Alice furono pochi secondi.
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Io… Non so cosa dire, lei… io… wow! È stato fantastico! - balbettò sopraffatta dall’esperienza.
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Bene. Preparo il caffè, le va?- Chiese il signor Giulio come se niente fosse successo. lasciandola li a prendere coscienza di ciò che era successo, o lo aveva solo immaginato? Stupita, strabiliata, esterrefatta, frastornata e bagnata fradicia nelle mutandine.
Cercò di distrarsi guardandosi attorno, prese una foto che ritraeva il Grande Mister Magic ed una giovane donna, anche lei vestita di paillettes, molto bella, con un sorriso incredibilmente sincero. Sembrava la scena dell’inchino finale di uno spettacolo. Un’altra foto ritraeva la stessa donna sospesa tra due sedie rigida come una trave. Questa volta il suo viso era rilassato con lo sguardo perso nel vuoto. Il vestito seguiva le forme del suo corpo per poi penzolare altrettanto inerme sotto di lei.
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Sandra era proprio bella con quel vestito - Una voce alle sue spalle interruppe il suo volo pindarico
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Si, Proprio bella, suppongo le manchi molto. Mi dispiace, non volevo…-
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Il caffè, si sta raffreddando.- Tagliò corto prendendole il portaritratto dalle mani e riposizionandolo maniacalmente nel preciso posto dove Alice lo aveva preso.
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Si. E poi ho portato i pasticcini - Cambiò discorso con un grosso sorriso.
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Mi dispiace, li ho già mangiati io mentre lei era sotto ipnosi - commentò ritornando al tavolo.
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Ma…- Poi capì che la stava prendendo in giro.
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Scelga prima lei, signorina.
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Alice, la prego…-
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Immobilus personae!
Alice restò con un braccio teso verso il tavolo, le dita a pochi centimetri dal pasticcino, lo sguardo fisso su di esso.
L’uomo si sedette, prese uno dei pasticcini ed iniziò a mangiarlo gustandoselo annuendo con un mormorio sommesso, poi con tutta calma sorseggiò un pò di caffè guardandola con un sorrisetto a metà strada tra soddisfazione e sadismo, poi spostò di poco il vassoio sul tavolo e schioccò le dita.
Con profondo imbarazzo Alice completò il gesto iniziato prendendo il nulla tra le dita.
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Questo è molto scorretto signor Giulio. Lo sa che lei è proprio dispettoso?
Risero ed Alice vide la felicità sul volto dell’uomo e le sembrò che di non aver mai provato tanto piacere prima. Il piacere di dare felicità.
Poi Alice restò ad ascoltare una delle tante storie che solo un navigato uomo di spettacolo può conoscere. Come durante lo show di poco prima, tutta la malinconia che spesso si percepiva nei suoi occhi svanì.
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Venga le mostro una cosa - Disse dopo una pausa
Alice lo seguì, poi si irrigidì notando che la stava conducendo in camera da letto.
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Tranquilla. Non faccio mai avances al primo appuntamento - aprì un armadio e ritornò verso di lei tenendo religiosamente tra le mani il vestito della foto.
Dal vivo era ancora più bello. Rosso fuoco, con tutti quei luccichini. Dietro era completamente aperto in una scollo profondo tenuto in posizione da tre file di catenelle dorate.
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Wow. È... è bellissimo signor Giulio.
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Vorrebbe indossarlo per me? - Chiese titubante
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Ma… Ne è sicuro? Io…
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La prego - insistette quasi implorando.
Quando l’uomo rientrò nella stanza, Alice vide tutto lo stupore, la felicità e la nostalgia nei suoi occhi. Alice sorridente, fece una lenta giravolta, lasciando che il vestito si sollevasse un po’.
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Lei è proprio bella, Alice - Mormorò con voce commossa dopo averla bloccata nuovamente.
Girandole attorno più volte le aggiustò il vestito in maniera maniacale. Ogni contatto delle mani del signor Giulio dava ad Alice una scossa di piacere incredibile, quasi insopportabile, specialmente sentendo le sue mani avvicinarsi alle parti più sensibili.
Ebbe la netta impressione che questo giochino del manichino piacesse molto anche a lui, che forse era una cosa che faceva anche con sua moglie. Ad ogni spasmo di piacere, Alice continuava a ripetersi che lo stava facendo solo per lui, per dare un pò di tregua alla solitudine di un anziano ma, nel profondo, sapeva che il piacere che sentiva aveva origini ben diverse, molto più corporali, più fisiche, più sessuali. Un piacere animale molto intenso ed incontrastabile.
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Voglio farle qualche foto - annunciò prendendo il cellulare di Alice e sbloccandolo avvicinandolo al suo volto.
Mentre la fotografava, Alice avvertì un profondo senso di sottomissione come se, la possibilità di Mister Magic di violare così facilmente la privacy del suo cellulare, fosse l’atto più estremo del controllo che aveva su di lei. Mister Magic, con una smorfia di insoddisfazione, ritornò all’armadio e prese delle scarpe abbinate, inginocchiansi per calzargliele.
Alice, si sentì sopraffatta, impotente come un oggetto, ma l’unica cosa che riuscì a pensare fu quella di invidiare il signor Giulio per il gusto e facilità con cui aveva scelto le calzature. Operazione che per lei richiedeva a volte anche mezz’ora.
Mister Magic si prese tutto il suo tempo, giocando con i suoi piedi, in qualche modo studiandoli nel seguire le curve con le sue dita lunghe ed invadenti.
Riprese a fotografarla molto più compiaciuto per qualche minuto, muovendo la sua posizione e posandola a suo piacere.
Appena rientrata nel suo appartamento, Alice, si appoggiò con le spalle alla porta respirando profondamente. il cuore in gola, la testa che le girava come una giostra. Prese il telefonino e riguardò le foto che il signor Giulio le aveva fatto. Guardò l’Alice manichino in posa. Non si era mai vista così sexy, così bella e sensuale, così… figa.
Chiuse gli occhi ripensando al ballo in cui l’aveva coinvolta, entrambe eleganti come solo in TV o ad una grande cerimonia potevano essere, e lasciò che il turbinio di sensazioni riempisse la sua mente.
Quella notte, Alice sognò che stava riponendo nell’armadio il vestito di Sandra dopo il ballo con Mister Magic, osservando ed accarezzando il resto della collezione appesa, forse una dozzina di altri vestiti tutti bellissimi e sexy. Infine il suo sguardo cadde su un album di foto, sentendosi attratta dallo sfogliarlo, incapace di resistere alla curiosità.
C’erano foto di Mister Magic a Sandra e ogni tanto un secondo uomo. Foto molto particolari. Sandra era il più delle volte legata, in altre incatenata o ammanettata. C’erano diversi giocattoli sparsi sul letto o ai suoi piedi. Nella foto che più la rapì, Sandra era legata ad una sedia, con una pallina a riempirle la bocca, le gambe divaricate. Tra le sue cosce c’era qualcosa che immaginò come un vibratore per massaggi, ai capezzoli c’erano appesi dei ciondoli, sulla testa aveva una maschera nera di pelle, con orecchie appuntite di asino o forse coniglio, le sue labbra erano aperte come nel momento di un lungo gemito. Dal collare che aveva al collo partiva un guinzaglio che si perdeva nel primo piano della foto. Dietro di lei c’era l’armadio dei vestiti, ma la sua attenzione finì su un grosso cassetto alla base dell’armadio, come uno scomparto segreto, nel quale si intravedevano altri oggetti e giocattoli sessuali, sul bordo del cassetto, una frusta a frange di pelle nera.
Infine posò lo sguardo su un grande specchio alla parete e vide Mister Magic. Era giovane ed affascinante, completamente nudo, in piedi al suo fianco, il suo pene dondolava tra le gambe come una grossa coda pronta ad un repentino cambiamento. Non poteva guardarlo direttamente, ma solo riflesso, sicuramente immobilizzata da un suo incantesimo paralizzante, obbligata a guardare passivamente. Mister Magic notando che era in qualche modo sveglia e cosciente le mostrò l’orologio portandolo davanti ai suoi occhi, sicuro di se e di cosa avrebbe ottenuto.
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In quale cassetto hai nascosto questa fantasia, Alice? Ricorda… Ricorda… ricorda, Alice…- Ripeteva e, nel farlo, la sculacciava con rumore sul sedere. Solo allora Alice si rese conto di essere anche lei nuda e come, sculacciandola, il suo corpo si scuotesse vibrando delle onde erotiche dai glutei fino alla punta dei capezzoli.
Si svegliò di soprassalto. Le sembrò di ricevere un’altra sonora sculacciata, poi si rese conto che il rumore che sentiva era il gatto che zampettava sulla ciotola per richiamare la sua attenzione.